Nel 2020 si sono celebrati i cento anni dalla scomparsa della scrittrice e giornalista Emma Perodi, autrice delle fortunate Novelle della nonna, uno dei libri per l’infanzia più letto in Italia e all’estero.
Per il Podere Bocci invece questo è un nuovo inizio. E la coincidenza è particolarmente importante poiché è in questa casa, secondo quanto ci è dato sapere, Emma Perodi ha sostato come viaggiatrice, ma la stessa ha scelto questo luogo per raccontare le “novelle”.
Le novelle iniziano così:
“Tutte le campane di Poppi e della valle suonavano a festa in quella notte chiamando i fedeli alla messa di Natale, e pareva che a quell’invito rispondessero le campane di Soci, di Bibbiena, di Maggiona e di tutti i paesi e i castelli eretti sui monti brulli, che s’inalzavano fino all’Eremo di Camaldoli e al Picco della Verna, tanto era lo scampanìo che si udiva da ogni lato. In una casa di Farneta, piccolo borgo sulla via di Camaldoli, la famiglia del contadino Marcucci era tutta riunita sotto l’ampia cappa del camino basso, che sporgeva fin quasi a metà della stanza. Il camino, nel quale crepitava un bel ceppo di faggio, era grande davvero, altrimenti non avrebbe potuto contener tanta gente, perché i Marcucci erano un subisso!“
Dalle memorie relative al Podere Bocci si riporta la presenza, in molte di queste, di una giovane donna fiorentina che viene citata col nome di “Signora”, la quale – si ricorda in queste memorie – viene ritratta intenta ad annotare le novelle fantastiche che venivano raccontate intorno al fuoco. La Signora sembra alloggiasse proprio a Bocci, secondo un’usanza in voga in molte località, ossia quella di affittare camere ad avventori o cittadini. Questo aspetto è supportato anche dal fatto che in quegli anni, immediatamente successivi all’Unità d’Italia, i cosiddetti demopsicologi – di cui la Perodi stessa parla molto nei suoi scritti – condussero lungo il territorio nazionale una paziente opera di raccolta e trascrizione delle fiabe popolari dalla viva voce di coloro – di solito le donne più anziane – che nelle diverse comunità erano deputati alla narrazione. Sono gli anni delle raccolte di novellistica locale del Pitrè, sulla falsariga di quanto accadeva in Europa a partire dall’opera dei fratelli Grimm. Emma Perodi conobbe il Pitré e conobbe certamente a fondo le ricerche contemporanee volte a raccogliere e fissare nello scritto la ricchezza della cultura popolare orale.
A supportare il fatto che Emma Perodi avesse soggiornato in questo Podere c’è la menzione, fatta da lei stessa nelle Novelle, della famiglia Ristori che mettevano il “trapelo”, ovvero agganciavano carri e calessi che si trovavano in difficoltà nel dover affrontare la lunga salita dell’antica carrabile che portava al centro religioso di Camaldoli.
In sostanza la storia scritta e annotata scrupolosamente dai Monaci ci porta a riconoscere nel Podere Bocci il focolare nel quale la scrittrice Emma Perodi ha ambientato i racconti delle Novelle che Nonna Regina racconta in un anno ai suoi nipotini. Il valore storico, immaginifico e letterario del Podere in questione, apre uno spiraglio nuovo in questa storia infinita che riguarda il capolavoro storico e fantastico della Perodi che continua a far parlare di sé.